Decenne ipovedente, orfano di madre e dotato di grande talento musicale, l'ungherese Jurij è stato costretto dal padre musicologo a una clausura di cinque anni per diventare un perfetto violinista. Alla prima esecuzione pubblica si rifiuta di suonare e il padre l'abbandona. In stato di apparente autismo è ricoverato in un istituto dove una psicoterapeuta italiana riesce a fargli riprendere contatto col mondo e con la natura. Il padre padrone si rifà vivo, lo riporta in Ungheria e lo prepara a un concerto.