Questa perla di telefilm è comparsa all’improvviso sugli schermi italiani senza alcuna promozione. La serie in questione è una sorta di rivisitazione al fulmicotone de La stangata (1971), impreziosita da una sceneggiatura vibrante e da una parure di genialate (di sceneggiatura, di regia e di stile), che solo una mente criminale inglese poteva concepire, come quella che vede i protagonisti rivolgersi al telespettatore guardando direttamente in camera, mentre la scena alle loro spalle cade nel buio. Al centro delle vicende c’è un gruppo di truffatori che rubano solo a chi se lo merita: il capobanda di colore è l’affascinante Mickey Stone detto “Bricks” (Adrian Lester), mago assoluto delle truffe, il quale concepisce i colpi come opere d’arte; appena uscito di prigione, rimette insieme la banda: Albert Stroller (Robert Vaughn) è il veterano del gruppo e il mentore di Mickey; tra un party nell’alta società e un bicchiere di champagne, individua i polli miliardari da spennare, avendo cura che abbiano – oltre che soldi e diamanti in cassaforte – tali scheletri nell’armadio da indurli a pensarci una dozzina di volte prima di denunciare la rapina subita. Ash Morgan (Robert Glenister) è il tecnico di turno che compie i sopralluoghi e studia le possibili vie di fuga (all’inizio spillava soldi alle compagnie di assicurazione piombando davanti alle vetture in corsa, fingendo traumi ossei che in realtà vantava già prima). La bellissima e determinata Stacie Monroe (Jaime Murray), a metà strada tra la Emma Peel di Agente speciale (1961) e la Eva Kant di Diabolik, usa il fascino come una chiave inglese e si cala spesso nel ruolo dell’esca che arpiona i... boccaloni. L’ultimo arrivato è il giovane sbruffone Danny Blue (Marc Warren), che da scaltro borseggiatore vuole fare il salto di qualità: chiede a “Bricks” di prendere lezioni, non sapendo di entrare a far parte di una gang dai solidi principi etici e morali. L’idea della serie è venuta al regista Bharat Nalluri sul set del telefilm inglese di spionaggio Spooks (2002, inedito in Italia) ed è stata subito supportata dal produttore esecutivo Jane Featherstone che ha coinvolto anche Tony Jordan. Simon Rogers compone sia la colonna sonora che il tema musicale. La regia, che mutua il linguaggio dei videoclip, è affidata, oltre che a Nalluri, a Robert Bailey e Minkie Spiro. Le riprese in esterni sono state tutte effettuate per le strade più trendy di Londra oppure in aree lontane dall’abituale flusso turistico.
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