Rivoluzione... Sesso... Profitto... Vietato... Vietare...
Giacobbe (P. Clementi), insegnante in un'accademia d'arte drammatica a Roma, si trova un altro "io" che compie in sua vece le azioni, anche criminose oppure rivoluzionarie, che egli vorrebbe, ma non sa compiere. Ispirato al romanzo giovanile Il sosia (1846) di Dostoevskij, è un film molto teorico nel suo carattere deliberatamente antinaturalistico e nel suo continuo passaggio dalla vita al cinema e viceversa, godardiano soltanto in marginali aspetti tecnici o aneddotici. Sono evidenti, invece, gli echi dell'espressionismo: il gioco delle ombre, l'uso della luce, l'abolizione del concetto di spazio tra interni ed esterni, la conformazione dell'inquietante casa-utero, abitata da Giacobbe e dal suo cameriere Petruschka (S. Tofano nella sua ultima apparizione sullo schermo), motivo che sarà ripreso in Ultimo tango a Parigi. Film di contestazione e sulla contestazione, ma anche sull'impotenza rivoluzionaria.