Comincia l'assedio di Parigi: lo schieramento guidato da Lagertha si avvicina alla torre che protegge l'accesso al ponte coperto che porta in città, mentre Rollo e il suo gruppo raggiungono le mura esterne con le navi e le torri d'assedio costruite da Floki. Sotto una pioggia di dardi che mietono numerose vittime, i vichinghi cominciano a sbarcare e ad arrampicarsi sulle torri incitati da Floki, Rollo e Bjorn. Sul fronte di terra, Lagertha, Kalf, Erlendur e Siegfried fanno avvicinare un ariete protetto da una gabbia al grande portone. Non riuscendo a sfondare l'accesso, i vichinghi inseriscono due lance nel portone e le legano a dei cavalli, in modo da forzare l'accesso dall'esterno e splancarlo con la forza. Il metodo ha successo e i vichinghi entrano sul ponte, non trovando tuttavia alcuna resistenza. Mentre Erlendur e gli altri uomini corrono verso la fine del ponte, Kalf teme che possa essere una trappola e allontana Lagertha con la forza. Infatti, quando i vichinghi arrivano al ponte levatoio, questo si abbassa velocemente, permettendo ai franchi di colpire con balestre e balliste. Molti uomini vengono colpiti ed Erlendur viene ferito al volto. L'assalto alle mura è altrettanto compromesso: i franchi, incitati dalla principessa Gisla in persona, la quale ha fatto issare sulla torre il sacro vessillo di San Dionigi, riescono ad impedire ai vichinghi di entrare all'interno della cinta muraria. Le perdite tra i norreni sono ingentissime. Anche un ultimo disperato assalto guidato da Rollo, Bjorn e Ragnar fallisce, mentre i franchi continuano ad incendiare le torri d'assedio sotto gli occhi sconvolti ed impotenti di Floki. Quest'ultimo inizia a disperare per essere stato abbandonato dai suoi dei e medita il suicidio. I vichinghi si ritirano, lasciando l'imperatore Carlo e tutta la città a celebrare la vittoria nella cattedrale. A Kattegat, Þorunn lascia la figlia Siggy alle cure di Aslaug, prima di lasciare il villaggio. Nell'accampamento norreno si piangono i c