Rachel Weisz si sdoppia e interpreta in Dead Ringers le ginecologhe gemelle Beverly ed Elliot Mantle, ereditando così il doppio ruolo principale che nel lungometraggio del 1988 fu di Jeremy Irons.
Il film, un Cronenberg al 100%, tra il disturbante e il terrificante, ricevette diversi premi ed ebbe un discreto successo. Nel 2005, la HBO pensò di ricavarne una serie tv in risposta a un’altra serie rivale che parlava di due medici, o meglio di due chirurghi plastici, la mitica Nip/Tuck. Ma poi non se ne fece niente. Almeno fino al 2020, quando Amazon si è accaparrata i diritti e ha avviato la produzione di questa limited series. Una produzione non agevole e ostacolata dalla pandemia, visto che solo ora Dead Ringers arriva sulla piattaforma Prime Video.
Creata e scritta dalla sceneggiatrice candidata agli Emmy Alice Birch (Normal People, Succession), Dead Ringers segue due gemelle che condividono tutto: droghe, amanti e un desiderio sfacciato di fare tutto il necessario – anche spingersi oltre i confini dell’etica medica – nel tentativo di sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza sanitaria alle donne. Pochi sanno che il film diretto dal maestro del body horror David Cronenberg è tratto dal romanzo di Bari Wood e Jack Geasland, ispirato ad un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1975, sui due gemelli Marcus. Birch prende un’altra strada, cambiando il genere dei personaggi e puntando i riflettori sul femminile, in un aggiornamento elegante e a ben vedere necessario.
Passare da un film ad una serie vuol dire, potenzialmente, avere molto spazio e tempo in più a disposizione per ampliare alcuni snodi della trama, sviscerare la psicologia dei personaggi, inserire flashback e tanto altro. I sette episodi di questo Dead Ringers donano dunque ampio respiro ad un racconto, che qui si arricchisce di nuovi elementi, adottando uno stile narrativo che mira davvero a prendersi tutto il suo tempo.
Le due gemelle sono ostetriche brillanti e di successo, che lavorano fianco a fianco in un ospedale dei quartieri alti di New York. Rappresentano le due facce di una stessa medaglia: Beverly, che si occupa della maggior parte delle partorienti, è tranquilla e ordinata, mentre Elliot, che studia i problemi di fertilità in laboratorio, è sfrontata e spericolata. Entrambe condividono l’obiettivo di aprire un proprio centro per il parto, un luogo in cui possano prendere le decisioni, supervisionare le proprie ricerche e creare un ambiente che “cambierà il modo in cui le donne partoriscono”.
L’inversione di genere dei protagonisti rispetto al film di partenza offre un cambio di prospettiva più contemporaneo, ponendo l’accento su tematiche sociali come la salute materna e l’autonomia corporea.
Per approfondire e conoscere meglio le gemelle Mantle, ecco l’intervista alla creatrice Alice Birch e all’attrice Rachel Weisz!