L’anno sta volgendo al termine e cosa c’è di meglio per chiudere in grande stile se non immergersi in una serie post apocalittica? Con il suo mix di tensione, azione e sopravvivenza, questo genere è perfetto per chi desidera concludere l’anno con una scossa di adrenalina.
Descrivere tutte e sette le stagioni di The 100 sarebbe un’impresa titanica, poiché ogni stagione presenta uno o più scenari unici che portano a conseguenze diverse. Ogni nuovo scenario crea ulteriori problemi o soluzioni, generando così un ciclo infinito di avvenimenti. Nel 2149, 97 anni dopo una guerra nucleare globale avvenuta nel 2052 che ha sconvolto il pianeta Terra, del genere umano rimane solo una stazione spaziale, l’Arca, un complesso di 12 stazioni spaziali minori che si trovavano in orbita al momento del disastro. L’Arca ha leggi molto severe per mantenere l’ordine: chi trasgredisce viene punito con la morte per espulsione nel vuoto. Ma ora, l’Arca sta morendo con l’aumento della popolazione e con il rapido deteriorarsi degli impianti di riciclo. I membri del Consiglio decidono di inviare sulla Terra cento delinquenti minorenni per verificare se il pianeta sia nuovamente abitabile. Questi giovani ragazzi intraprenderanno un viaggio molto pericoloso su un pianeta per loro affascinante ma sconosciuto e dovranno trovare un modo per superare le differenze, unire le forze e creare un nuovo inizio sulla Terra che ormai è completamente cambiata: è selvaggia, primitiva e piena di insidie.
La serie è liberamente tratta dall’omonima serie di romanzi di Kass Morgan e vede come showrunner Jason Rothenberg.
Now Apocalypse è una serie anomala, ideata e diretta da Gregg Araki (Doom Generation, Mysterious Skin) con produttori esecutivi Steven Soderbergh e Gregory Jacobs. Da “Apocalypse Now” a “Now Apocalypse”, la prospettiva sulla fine del mondo si ribalta: il termine “now” ottiene la posizione di primo piano perché si riferisce all’attualità, al qui e ora. Prima di tutto, c’è il nostro mondo, e solo dopo arriva l’apocalisse. La serie, composta da dieci episodi di 30 minuti ciascuno, affonda le sue radici nel contemporaneo e nelle assurdità che lo caratterizzano. Ulysses è un giovane gay a Los Angeles, tra incontri online, sesso occasionale e non. Ha due amici, il macho Ford e la camgirl Carly. Il tutto accade mentre un’invasione aliena si avvicina.
The Rain, la prima serie danese prodotta da Netflix, puntava molto in alto. Prima che il gigante dello streaming tirasse i remi in barca con le, a loro dire troppo costose, produzioni del paese. Resta il fatto che gli scenari postapocalittici e la trama di questa serie, ideata da Jannik Tai Mosholt, Esben Toft Jacobsen e Christian Potalivo, ha tutte le carte in regola per catturare la vostra attenzione.
In Danimarca cade una pioggia catastrofica, che inizia a decimare la popolazione. Simone e Rasmus, due fratelli danesi figli di uno scienziato della Apollon, rimangono per 6 anni chiusi in un bunker costruito da quest’ultimo. Dovendovi uscire per cercare dei resti di civiltà, incontrano un gruppo di giovani sopravvissuti, e insieme partono per la ricerca attraverso la Danimarca abbandonata. Liberati dal loro passato collettivo e dalle regole della società, il gruppo ha la libertà di essere ciò che vuole essere. Nella loro lotta per la sopravvivenza, scoprono che anche in un mondo post-apocalittico c’è ancora amore, gelosia, età avanzata e molti dei problemi che pensavano di aver lasciato con la scomparsa del mondo che un tempo conoscevano.