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3 serie femministe per la giornata internazionale contro la violenza sulla donne

Storie di violenza raccontate dal punto di vista femminile, storie vere o distopie femministe che lottano contro il patriarcato: ecco 3 serie tv femministe da vedere in streaming in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

UNBELIEVABLE

Ispirata a una storia vera, Unbelievable ha per protagonista una vittima di violenza sessuale alla quale nessuno crede. Marie (Kaitlyn Dever), una giovane adolescente, sostiene che un uomo si è introdotto nella sua abitazione, ma nessuno prende sul serio la sua denuncia. Solo due detective donne, interpretate da Toni Collette e Merrit Wever, prendono a cuore il caso per le analogie che presenta con piste che stanno già seguendo. Susannah Grant ha scritto, diretto e prodotto questa miniserie. Le donne sono presentate dalla regista come l’unica salvezza delle altre donne vittime dello stupratore. Nella descrizione delle indagini, delle dinamiche all’interno delle forze di polizia in carico di arrestare il violentatore, infatti, la Grant nasconde neanche troppo velatamente il proprio messaggio femminista.

RAGAZZE ELETTRICHE

Tratto da un bellissimo romanzo di Naomi Alderman, Ragazze elettriche disponibile su Prime Video è una storia distopica: all’improvviso le adolescenti di tutto il mondo sviluppano il potere di folgorare chiunque cerchi di molestarle. A poco a poco questo potere ribalta gli equilibri del mondo. La scrittrice inglese con questo vuole farci riflettere sulla “scintilla” del potere femminile: può degenerare e diventare come quello che hanno avuto gli uomini finora? La potenza visiva della serie (non per nulla il titolo originale è The Power) si intuisce fin dalle prime sequenze, un rapido collage che riunisce le varie protagoniste della storia sparse ai quattro angoli del mondo. Balza da Seattle alla Nigeria, da Londra all’Europa dell’Est, cercando di calibrare le varie storie e dando spazio ora a uno ora all’altro personaggio.

THE GOOD MOTHERS

The Good Mothers è una serie notevole e intrigante che, sin dall’inizio, adotta una posizione netta e precisa. Si rischia di inserirla, inevitabilmente, nel contesto dei prodotti post #MeToo, che affrontano questioni morali, politiche e sociali legate alla mascolinità convenzionale, alle dinamiche di azione, alla virilità, all’educazione alla violenza e al patriarcato. Tuttavia, la serie si distingue per aver completamente abbandonato tali elementi, mettendo in primo piano uno sguardo femminile che fino ad ora era stato marginale o del tutto assente, soprattutto nella serialità italiana. Partendo da questa riflessione e prendendo spunto dall’ottimo romanzo d’inchiesta di Alex Perry, lo sceneggiatore britannico Stephen Butchard, insieme a Elisa Amoruso e Julian Jarrold, che condividono la stessa volontà autoriale e registica, sviluppa una scrittura seriale incentrata sulla figura femminile nel contesto della mafia, nella fattispecie la ‘ndrangheta calabrese. Questa figura diventa la protagonista assoluta, tanto da mettere in ombra quella maschile, sebbene quest’ultima rimanga un elemento caratterizzante e importante nella narrazione, anche se in secondo piano.

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Published by
silvio